Monte Resegone

27 maggio 2018

AG2018

MONTE RESEGONE – RIFUGIO AZZONI

QUEL RAMO DEL LAGO DI COMO, CHE VOLGE A MEZZOGIORNO, TRA DUE CATENE NON INTERROTTE DI MONTI……

 « La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l’uno detto di san Martino, l’altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. »

Ecco come Alessandro Manzoni descrive la nostra bellissima montagna.

Qualche informazione per noi che abitiamo qui da sempre e per coloro che sono nuovi di questi posti.

Il Resegone, dall’altitudine di 1875 metri s.l.m. fa parte delle Prealpi Orobie Bergamasche. Si trova sul confine tra la provincia di Bergamo (versante più dolce tra la val Imagna e la val Taleggio) e quella di Lecco (versante più aspro e scosceso). In dialetto lecchese Resegun e in dialetto bergamasco Resegù, deve il suo nome alla forma del suo profilo, le cui 9 punte ricordano le lame di una grande sega, soprattutto se osservato dalla Brianza. Conosciuto anche con il nome di Monte Serrada che significa chiude, serra le valli circostanti.

Di recente formazione (Triassico superiore) è formato da roccia dolomia.

Molte le manifestazioni legate a questa bellissima montagna. Tra le più famose la Monza – Resegone, gara podistica a passo libero, notturna e di squadra; l’assalto al Resegone per raggiungere il rifugio Azzoni e la ResegUp con partenza da centro Lecco.

La nostra escursione non fa parte delle più famose, ma sicuramente è una delle più interessanti e suggestive.

Partiamo dal parcheggio in località Versasio, saliamo in funivia verso i Piani d’Erna per raggiungere passo dopo passo il rifugio Azzoni e da lì la croce. Purtroppo la nebbia in vetta non ci permette di godere del bellissimo panorama del nostro territorio, non ci resta che immaginare la città di Lecco, il versante bergamasco, i laghi e le cime circostanti …..sarà uno stimolo per tornarci ancora.

Scendiamo poi dal sentiero che ci porta al passo del Giuf attraversando la località Forbesette.

Come sempre la giornata è allietata dalla spensieratezza e dalla simpatia dei nostri giovani escursionisti in erba che, nonostante la fatica, non si stancano mai di raccontarsi le loro avventure e di scambiarsi le loro idee su……cose da bambini!

Permettetemi di esprimere un ricordo personale, ma sicuramente condiviso da tutti noi a due amici che ora sorridono osservando il lungo serpente colorato da magliette gialle, rosse, rosa…

Ciao Milly, ciao Battista!!!!

Claudia

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Tre Corni di Canzo

13 maggio 2018
AG2018

TRE CORNI DI CANZO: RIFUGIO SEV, SALITA AL CORNO, SENTIERO SPIRITO DEL BOSCO

La stessa esperienza vista da tre punti di vista diversi, ognuno con la sua originalità e specificità: un ragazzo, due giovani accompagnatori, un genitore.

Rifugio SEV e “sentiero spirito del bosco”

Dopo aver percorso un tratto di strada iniziale, siamo passati al sentiero abbastanza ripido e, dopo 3 ore e mezza circa, siamo giunti al “rifugio SEV”.
Abbiamo pranzato e successivamente abbiamo giocato; i maschi a calcio mentre le femmine a tiro alla corda, poi sia piccoli che grandi abbiamo giocato a palla due fuochi.
Finiti i giochi siamo scesi fino a III alpe dove abbiamo iniziato a percorrere il “Sentiero dello Spirito del Bosco”; qua c’erano molte sculture di legno: casettine, poltrone, animali (tartarughe, draghi…), persone ed elfi.
Infine siamo tornati alle nostre macchine passando da I alpe.
È stata una bella giornata e mi sono divertito molto soprattutto la passeggiata nello “Sentiero dello Spirito del Bosco”.

Stefano
Un giovane


Viandanti sul mare di nebbia

Una nuvolosa giornata sopra al nostro lago, questo è lo scenario che ci si è presentato una volta raggiunta la cresta del corno occidentale, che il gruppo CAI dei ragazzi più grandi e accompagnatori ha affrontato durante l’escursione di domenica 13 maggio.
La salita al corno è stata piuttosto impegnativa, sia per le condizioni climatiche, con forte vento e nuvole a bassa quota, sia per la difficoltà del percorso (da ricordare classificato come EE, per escursionisti esperti); quest’ultimo è molto esposto, con punti nei quali si necessita l’aiuto di catene per superare le rocce più scoscese.
Dopo la traversata siamo potuti scendere verso il rifugio SEV, percorrendo un sentiero abbastanza ripido e impervio, reso particolarmente scivoloso dal fango e dalla pioggia caduta in nottata.
Una volta pranzato nel prato con i bambini, siamo scesi verso il Terz’Alpe da dove abbiamo poi imboccato il sentiero degli spiriti del bosco, ovvero un percorso costellato di statue e opere artistiche, completamente intagliate nel legno, raffiguranti animali e varie figure fantastiche, come Folletti, streghe e persino draghi; dobbiamo riconoscere che i ragazzi si sono divertiti molto!
È stata un’esperienza diversa dal solito, sicuramente molto positiva, dove anche noi abbiamo trovato qualche difficoltà nonostante i diversi anni di trekking alle spalle; questo tipo di escursione è stato introdotto dalla sezione CAI di Oggiono per portare un po’ di novità: per i membri più grandi con l’ascesa alla vetta e per i più piccoli con il percorso nel bosco.
Ringraziamo gli accompagnatori per aver reso possibile una giornata in montagna in compagnia di tanti amici, e i ragazzi per aver partecipato con energia ed entusiasmo.

Ci vediamo alla prossima gita!
Marco e Riccardo

Due giovani accompagnatori


Mamme in vetta

Domenica è stata la giornata delle domande dalle risposte lievi, la giornata delle mamme in vetta, la giornata dei sentieri facili anzi lisci… come l’olio…
Ho in testa alcune domande fin da piccola: perché qui attorno le montagne saltano su dal terreno in forme così strane, una a seghetto, una a triangolo isoscele, l’altra scaleno, una con i bernoccoli, perché tre bernoccoli, non due, quattro o cinque? Perché sono detti corni, hanno la punta? Come fai a stare in equilibrio sulla sommità appuntita di un corno?
Quando il mio compagno di camminate – quando non so, ma so che succederà – mi vorrà annunciare che seguirà il gruppo su uno dei corni? Ma quale? Sono diversi, fa differenza?
Sono una nota fifona delle altezze: mi piace poter dare una misura alle distanze che mi separano dalle cose e con i fondovalle non riesco mai prima che mi assalga quel sentimento di piccolezza come può avere una formica mentre si sente guardata mentre passa su uno stelo nel prato.
Con qualcosa di simile, senza intenzione, ci sberleffa Giovanni quando saliamo dal rifugio Terz’Alpe nel bosco, su per il sentiero vischioso, chiacchierando di come dovremmo “riporci in una teca” per sopravvivere a questo mondo complicato…ma in fondo perché? Se siamo un puntino sulla linea del tempo delle ere, potremmo non essere così preziosi…
Intravvediamo alla nostra destra un gruppo di coraggiosi arrampicatori con caschetto che sale sulla parete ripida di roccia. Così si sale sulla punta di un corno liscio, è ovvio, pensavo.
Aspetto che da un momento all’altro ci si pari di fronte un muro di pietra come quello, invece si apre una piccola sella e scopro che tutt’attorno è una leggera nube che ci ha raggiunto fin lì.
L’attacco del corno è poco distante. Dopo un fresco praticello, un ghiaione, non così grosso da meritarsi il nome, che semina il primo sconforto di fronte alla fatica, il sentiero si avvolge dietro l’ultimo lembo di boschetto e ci troviamo di fronte le rocce, quelle brulle e grigie chiare – fatte di calcare, non di granito – che riconosco in quelle che vedo tutti i giorni guidando versa casa un migliaio di metri più in basso.
Il sentiero si è fatto costa, ma la nebbiolina si è sparsa anche qui e di fondo valle non c’è nemmeno l’idea… Controcorrente, gioisco: è tutto perfetto!
Allora vado avanti accompagnata dai consigli di Flavio e di Beppe che ci vogliono riportare a casa tutti interi e ci aiutano a passare l’anticima, poi qualche roccetta infossata e, infine, ecco che ci si può distendere in posizione eretta, di fronte a una lastra scura del CAI e una croce di metallo, tipo pilone, poco cresciuta per essere una croce di vetta.
Sulla destra, sul pendio, delle peonie, di un fucsia succulento come quello di un lampone, cresciute su una zolla di terra abbandonata dal gelo qualche settimana fa.
Ecco l’omaggio floreale per le due mamme che, sfidando le usanze sedentarie di una delle feste più in voga del mondo, sono arrivate quassù, spinte dalla curiosità.
Qualcuno protesta perché in montagna l’appetito viene alle 12, massimo 12,15 e siamo ancora alla seconda posa di gruppo e distanti dal bivacco dei più giovani che non ci hanno seguito.
…pare ci sia sempre un sentiero facile facile che parte dalle vette per consegnarti felice a un fresco prato apparecchiato con le migliori vivande di montagna e anche dal corno se ne vedono, ma a ricordarsi adesso dov’è l’attacco…
Dopo altre roccette, dopo una foresta di radici infangate, ecco il rifugio SEV, dove alcuni ci guardano con quello sguardo pacifico di chi sta digerendo dopo aver divorato a sazietà il miglior pane e companatico del mondo.
Li raggiungiamo a mangiare pane e confetti perché oggi, in altura, si festeggia anche un anniversario.

Teresa
Una mamma

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Viaggio al centro della terra

29 aprile 2018

AG2018

GROTTE DI ZELBIO: VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA

Domenica 29 aprile si è svolta la seconda uscita del corso di escursionismo giovanile di Oggiono che ha avuto una meta speciale: la grotta di Zelbio.

Si tratta di un sistema carsico di ben 60 km circa di grotte e gallerie scoperto dagli speleologi di Erba sotto il monte San Primo.

Il gruppo era formato da 50 persone tra ragazzi e adulti. Ci siamo addentrati nella grotta percorrendo circa 70 metri di profondità con una pendenza rilevante.

Tra cunicoli, rocce sporgenti, gradini scivolosi e anche ….un po’ di timore per l’incognito, siamo riusciti a raggiungere la meta decisa dagli speleologi, dove abbiamo vissuto l’esperienza di un minuto di silenzio e di completa oscurità: non capita tutti i giorni!

La risalita è stata più veloce anche se, vedere il punto da raggiungere sopra la tua testa non era certo confortante: riuscirò a passare?

Alla fine ce l’abbiamo fatta tutti. Siamo rimasti molto soddisfatti di noi stessi, riconoscenti alle guide Roberto e Giuseppe, grati ai giovani Davide e Marta che hanno appena terminato in tenera età il primo corso di approccio alla speleologia.

Le testimonianze di tre speleologi in erba parlano da sé:

Federico:  ”E’ stato bellissimo perché ho scalato, sono andato 70 metri sotto terra e, spegnendo le luci, ho sperimentato il buio totale. Il the che ci ha offerto Roberto in grotta era buonissimo. Bravi Marta e Davide che ci hanno spiegato in cosa consiste il corso di speleologia.”

Alberto: “Si scivolava tanto. Mi è piaciuto quando abbiamo spento le luci e abbiamo fatto silenzio: non siamo abituati. Sono passato anche sotto ad un sasso. All’inizio appena entrato avevo un po’ di paura, ma è passata subito.”

Enrico: “E’ stato bellissimo entrare nei buchi sotto i sassi, a 70 metri sotto terra come dei veri esploratori. Mi è piaciuto quando abbiamo spento tutte le luci. La discesa mi sembrava difficile, ma quando salivo ho scoperto che non lo era. Ho avuto un po’ di paura all’inizio quando ho visto i buchi, ma poi basta!”

Un’esperienza che resterà per sempre nella memoria di tutti noi.

Claudia

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Riflessione di due genitori

Riflessione di due genitori

8 aprile 2018

AG2018
Sentieri del Monte di Brianza: Oggiono – Consonno

Una torre.

Una vecchia torre in mezzo ai boschi, non è proprio una torre, è ……………

Estranea al posto, estranea alla collina, sorprende.

Ci arriviamo dopo mulattiere, sentieri, scalinate. Panorami familiari, nuovi scorci, Imberido, Bartesate. Ma una torre così….?

Ci passiamo sotto, con le nostre voci, i giochi, il pranzo, riempiamo gli spazi, scacciamo la malinconia del luogo.

E’ un minareto, è qui per un’idea, una fantasia. Il tempo ha cambiato le cose, adesso la torre aspetta ………. noi non l’immaginavamo così.

Ce ne andiamo. Altri arrivano, trovano la malinconia, i vandalismi, dovranno metterci qualcosa loro, per non sentire il vuoto. Ma bisogna saperci fare! E noi siamo ragazzi in gamba.

Torniamo nel bosco, col cammino rinforziamo le nostre amicizie, tortuose vie ci riportano in basso. Misteriosi percorsi che ci svelano gli infallibili accompagnatori.

Una nuova esperienza per molti, per noi ragazzi una bella opportunità, si sentono nuove amicizie e relazioni, c’è accoglienza e disponibilità, voglia di stare insieme, si sente l’amore per la montagna, per la natura e per il suo rispetto!

Adesso aspettiamo la prossima avventura.

Due genitori

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Passaggio di testimone

CAI OGGIONO: Passaggio di testimone

Febbraio 2018: elezioni per il nuovo Consiglio Direttivo.
Un appuntamento importante per la sezione CAI di Oggiono.
Dopo l’istituzione del nuovo Consiglio è seguita l’individuazione delle cariche istituzionali: presidente, tesoriere …..               
C’è chi, a malincuore, ma sicuro di aver dato negli anni un contributo prezioso, lascia spazio a nuove persone, nuove idee, nuovi punti di vista.
E chi, non senza preoccupazioni, si accinge ad affrontare un’esperienza nuova, accattivante, ma colma di responsabilità.
A chi ha lasciato spazio ad altri mi sento di dire:
“grazie” per l’impegno e la disponibilità dimostrati;
“grazie” per il tempo e la perseveranza messi in campo;
“grazie” soprattutto per il sentiero tracciato entro il quale altri cammineranno.
A chi inizia ora auguro:
di cercare delle strade alternative, senza perdere mai di vista la strada maestra;
di non dimenticare quello che la montagna ci insegna: la meta è importante, ma lo è ancor di più il cammino per arrivarci;
di affrontare tutto con serietà, ma anche con la spensieratezza di chi è convinto che, comunque vadano le cose, ne sarà valsa la pena!

E a tutti, presidente, vice, tesoriere, segretaria, revisori, soci, simpatizzanti……dico:

SENZA RADICI, NON E’ POSSIBILE AVERE ALI FORTI PER SPICCARE IL VOLO!!!!

                                                                                             Claudia

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Programma Evergreen 2018

In caso di pioggia o condizioni climatiche non idonee, l’escursione potrà essere modificata o sospesa senza preavviso.
Nella bacheca del C.A.I. di Piazza Manzoni sono esposti gli itinerari del mese in corso. Possono partecipare tutti purchè tesserati al C.A.I.

Con la partecipazione alle escursioni i Soci dichiarano di aver preso visione del regolamento del Gruppo e di accettare le norme in esso contenute.
Il regolamento è visibile sul sito internet www.caioggiono.it o presso la Sede della Sezione del Cai di Oggiono

Il ritrovo di partenza è in via Paolo VI (dietro condomini ex Nomo, parallela via Milano).

DATAORALOCALITA' PARTENZAQUOTAMETAQUOTADIFFICOLTA'DISLIVELLOATTREZZATURE RICHIESTE
10 gennaio8:00Canzo408Corni di Canzo - Rifugio SEC1373E965Spacca Sas
17 gennaio7:30Introbio588Rifugio Grassi1987EE1399Ramponi e ghette
24 gennaio8:00Sormano730Monte San Primo1686EE956Ramponi e ghette
31 gennaio7:30Moggio890Piani di Artavaggio1900EE1900Ramponi e ghette
07 febbraio7:00Sils1797Mout Selvas - Val di Fex2070E273Ghette, ricordarsi carta d'identità
14 febbraio7:00Balisio738Grignone2410EEA1682Ramponi e ghette
21 febbraio7:30Sormano730M.te Palanzone e M.te Bollettone1436EE706Ramponi e ghette
28febbraio7:30Forcella di Olino1148Monte Resegone1875EE727Ramponi e ghette
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Grotte di Borgio Verezzi EG 2017

2 settembre 2017

TRA TUFFI E SPRUZZI

Sabato 2 settembre, dopo esserci sparsi per le meritate vacanze, ci ritroviamo per la “classica gita al mare del C.A.I.”.
Partiamo sotto una pioggia scrosciante, fiduciosi che ….. ” tanto al mare non piove mai”. Appena arriviamo a Borgio Verezzi piove, ma noi iniziamo la tanto attesa visita alle famose grotte e ci sentiamo subito parte di un mondo incantato colmo di forme e colori: ancora una volta la natura supera ogni nostra immaginazione. Poi una breve camminata ci permette di raggiungere la spiaggia per goderci l’ultima giornata al mare prima di affrontare l’autunno, anche il sole ora ci fa compagnia. Subito si formano gruppi di interesse: ragazzi e ragazze in acqua accompagnati dagli occhi vigili degli accompagnatori; donne/lucertole che non si perdono per niente la possibilità di potenziare la tanto sudata abbronzatura; classici buongustai che ne approfittano per un bel piatto di spaghetti allo scoglio in un ristorantino del luogoPurtroppo però la festa dura poco; grosse nuvole all’orizzonte, in men che non si dica, ricoprono interamente il cielo ed allora …. nessun problema, ne approfittiamo per giocare a carte e per farci una bella chiacchierata. A metà pomeriggio, quando ci rendiamo conto che il sole non ci avrebbe più allietato con la sua presenza, decidiamo di farci un giro. Ci inoltriamo nelle vie di Pietra Ligure già allestite per la manifestazione dello “Street food serale” e ci sentiamo un po’ fuori luogo con i nostri zaini da montagna e il nostro abbigliamento forse un po’ troppo sportivo, ma nessun problema: gelato, farinata, focaccia ligure, sosta nella piazza principale e poi via verso il pullman.Noi del C.A.I. non ci lasciamo mai scoraggiare dagli imprevisti del tempo, in fondo era solo dal mese di marzo che non pioveva a Borgio Verezzi!!!!

Claudia

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Val Formazza EG 2017

SABATO 1 e DOMENICA 2 LUGLIO      

VAL FORMAZZA – I Rifugi del Mato Grosso

Sabato 1 luglio ore 6.30 tutti pronti per il week end CAI in Val Formazza!!!
La Val Formazza si trova a nord ovest del Lago Maggiore.
Dopo un lungo viaggio in pullman, siamo arrivati al parcheggio presso la diga “Morasco”.

Dopo aver indossato gli scarponi, con lo zaino in spalla, abbiamo iniziato la nostra salita verso il Rifugio Claudio e Bruno (vicino al confine con la Svizzera). Dopo 2 ore di cammino, ci siamo fermati per riposare e pranzare su un bel prato. Nel pomeriggio abbiamo camminato per altre due ore. Durante il tragitto abbiamo attraversato una seconda diga che costeggia il lago Sabbioni. Mentre camminavamo, in alcuni tratti, nevicava!
Arrivati al rifugio Claudio e Bruno (2710 m) noi ragazzi abbiamo giocato insieme. Ci siamo sistemati nella stanza e alle 19:30 abbiamo cenato: pasta al sugo, polenta e brasato e, come dolce, una squisita torta!
Dopo cena siamo andati nella grande camera dove, sui materassi, abbiamo giocato a carte! Alle 22 la luce è stata spenta, dai nostri accompagnatori: era arrivato il momento di dormire!! Però non sono riuscito ad addormentarmi subito perchè ero troppo emozionato: era la prima volta che dormivo in un rifugio ad alta quota!
Il mattino dopo, ci siamo svegliati verso le 7, abbiamo fatto colazione: pane e marmellata e caffè-latte o tè, che bontà!!!
Abbiamo preparato lo zaino e ci siamo messi in cammino per raggiungere il rifugio 3A a quota 2960 m. Il clima era particolarmente freddo!!! Dal rifugio, nonostante il brutto tempo, il panorama era molto suggestivo: si poteva osservare il Lago Sabbioni con alle spalle il ghiacciaio del Sabbione. Dopo una breve sosta abbiamo iniziato la discesa, abbiamo attraversato un grande nevaio (credo lungo più di 200 m).
Il primo tratto è stato impegnativo e si scivolava molto facilmente, mentre il resto è stato più semplice. Mi sono divertito tantissimo a scendere seduto sulla neve!!!
Verso le 13.00 ci siamo fermati al Rifugio Città di Busto, un luogo più riparato per mangiare perché il vento soffiava forte forte.
Dopo pranzo abbiamo ripreso la discesa e durante il tragitto mi sono divertito a raccogliere minerali di ogni colore, forma e dimensione. Alcuni erano davvero MERAVIGLIOSI!!!
Siamo arrivati al parcheggio verso le 15.30. Appena partiti con il pullman abbiamo costeggiato la cascata del Toce.
Questo week end è stato per me una bella esperienza: sia per il percorso (ad alta quota) che per essere stato molto bene con i miei compagni di viaggio (ragazzi e accompagnatori).

Stefano Longoni

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Alpe Fraina EG 2017

7 maggio 2017

ESCURSIONE ALL’ALPE FRAINA

Eh sì, oggi tocca a noi far sentire la nostra voce: ragazze e ragazzi dell’escursionismo  giovanile.

Siamo pronti, saliamo sulle auto e raggiungiamo Premana, in Valsassina. Alcuni di noi ci sono già stati, per alcuni è tutto nuovo. Attraverso una mulattiera non ripida in due ore raggiungiamo la bellissima località dell’Alpe Fraina.  Speravamo di rilassarci tra la natura, ma naturalmente gli accompagnatori hanno in serbo qualcosa: ci fanno camminare senza meta ancora per un’oretta e, al nostro ritorno, dopo aver mangiato un boccone, ci propongono i “giochi di corda”. Ci spiegano che, quando saremo grandi e vorremo affrontare dei percorsi più impegnativi, magari delle “ferrate”, occorreranno imbrago e corde e … naturalmente alcune informazioni per muoverci sempre in sicurezza.

Il ritorno avviene poi dall’altra parte della valle e, come per magia, il panorama cambia completamente permettendoci di osservare da un altro punto di vista diverso da quello del mattino, ma pur sempre bellissimo.

Nel tardo pomeriggio, stanchi ma come sempre soddisfatti, saliamo sulle auto, contenti di avere un viaggetto di più di mezz’ora che ci permette di chiacchierare del nostro livello raggiunto ai videogiochi o di schiacciare un meritatissimo pisolino.

“Mi è piaciuta molto l’esperienza delle corde che ci ha insegnato come comportarci in montagna. Sono stato molto contento quando ho oltrepassato il fiume. Ho anche visto molti quad” STEFANO

“Mi è piaciuta la giornata, soprattutto l’esperienza delle corde. E’ stato divertente” LUCA

“Non mi è piaciuto andare oltre il sentiero, anche perché ho capito subito che dovevano farci perdere tempo intanto che loro montavano il percorso delle corde” DAVIDE G.

“La giornata mi è piaciuta, soprattutto i giochi di corda e il panorama” DAVIDE T.

“Giornata bella. Bel panorama. Ci siamo divertiti a fare i giochi. Gita impegnativa, ma divertente” ANDREA e DAVIDE C.

“Molto bello il luogo, carino il gioco con le corde, bella l’esperienza nuova della discesa in corda doppia con il discensore. Unico neo: ma non c’e’ un bagno?” LAURA ed ELISA

“La camminata è stata faticosa, ma la meta appagante” ELEONORA

“Mi è piaciuto salire in alto e vedere i camosci” GIULIA

“Mi sono piaciute tutte le cose che abbiamo fatto, soprattutto la discesa con la corda. Pino, Francesco, Carlo e Beppe ci hanno spiegato bene e sono simpatici”  GRETA

ARRIVERCI ALLA PROSSIMA GITA CAI

Ragazze e ragazzi del CAI

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Pian Sciresa EG 2017

30 aprile 2017

ESCURSIONE A PIAN SCIRESA

La primavera ci ha davvero fatto un brutto scherzo. Ci aspettavamo il sole, il caldo e invece dobbiamo pazientare ancora per un po’.

Partiamo da Galbiate e raggiungiamo l’imbocco dell’antico “Sentiero di Mezzo” che ci permette di godere già di prima mattina di un panorama mozzafiato. Sotto di noi l’antica chiesa di San Michele con il suo fascino di luogo d’altri tempi, i paesi di Garlate e Pescate affacciati sul nostro lago invidiatoci da molti.

Senza quasi accorgercene arriviamo al pianoro di Pian Sciresa sul versante orientale del Monte Barro. Con le sue forme ondulate è la forma più estesa di tipo carsico sul monte.

Dopo una breve pausa ragazze e ragazzi sono pronti per la gara di Orienteering. Tra boschi e prati questa disciplina sportiva si trasforma, grazie ai nostri esperti accompagnatori, in un allegro gioco tra bussole, cartine e osservazioni naturalistiche.

Spazio al pranzo, al gioco di gruppo (naturalmente calcio per i maschi e ….. salto della corda per le femmine) e poi di nuovo in cammino. Dopo un breve percorso di saliscendi attraverso la Val Faèe affrontiamo lo sperone roccioso in località Scalögia ed effettuiamo una sosta nella località Belvedere, curata dal gruppo Alpini di Galbiate dove ammiriamo di nuovo lo splendido panorama del nostro territorio.

In breve siamo ai Piani di Barra, sito di interesse archeologico. Torniamo indietro nel tempo, nel IV/V secolo d. C. Questo luogo viene scelto da un gruppo di militari goti che in questa posizione strategica può controllare anche la zona di Milano già conquistata.

Ma per oggi può bastare: lezione di geografia, storia, orientamento!

Ora camminiamo verso Galbiate chiacchierando in compagnia.

Una maestra simpatizzante

 

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