Valle Ventina

10 giugno 2018
AG2018

VALMALENCO: CHIAREGGIO – RIFUGIO GERLI PORRO – “SENTIERO DEL LARICE MILLENARIO”

Partiamo da Chiareggio e, dopo aver attraversato il torrente, ci dividiamo in due gruppi: ognuno percorre sentieri differenti per arrivare alla stessa meta, come nella vita no?

Un gruppo sale verso il lago Pirola e l’altro raggiunge il rifugio Gerli Porro. Chi arriva per la prima volta rimane estasiato da ciò che vede: una ampia valle dominata da un lato dallo splendido rifugio, dall’altro dall’ahimè non più imponente, ma ancora colmo di fascino, ghiacciaio del Ventina. Chi c’è già stato riscopre la bellezza di un paesaggio che non ci si stanca mai di apprezzare, sì è un posto davvero magico!

Se volessimo trovare delle parole significative per oggi potremmo dire “Natura” e “Storia”. Infatti subito percorriamo il “Sentiero del larice millenario”, un albero sopravvissuto per oltre 1000 anni alle condizioni severe dell’alta quota.

Misurando i suoi anelli, attraverso degli studi di alcuni ricercatori delle università di Padova, Pavia e Torino, si possono notare anni positivi in cui la pianta è riuscita a formare anelli ampi e altri negativi in cui gli anelli sono proprio molto stretti che corrispondono ad annate particolarmente difficili con agenti atmosferici sfavorevoli o semplicemente con l’intervento di insetti che, nutrendosi delle sue foglie, l’hanno completamente spogliato.

Il parallelo tra questo essere vivente vegetale e la nostra vita viene da sé. Anche la vita di ognuno di noi è un’alternanza di momenti facili e difficili, ma che ci permettono di crescere e di sopravvivere con forza d’animo a ciò che ci capita di bello o meno.

Certo tutti si aspettavano una pianta speciale, gigantesca, con un tronco maestoso, una chioma folta e delle radici profonde. Ci troviamo davanti un albero un po’ come tutti gli altri, neanche molto grande. Se non ci fosse stato un cartello informativo, neanche l’avremmo riconosciuto.

Che bell’insegnamento per tutti noi che a volte crediamo che, per avere successo nella vita occorre per forza essere dei  “GRANDI”, nella scuola, nello sport, nel lavoro…. Certo avere delle mete ambiziose è legittimo, ma a volte ci dimentichiamo che essere “GRANDI” può voler dire anche sapersi relazionare nel modo giusto con gli altri, mettersi nei loro panni, fare un passo indietro per affrontare insieme le difficoltà, stare in silenzio ad ascoltare.

E allora un particolare ringraziamento a questa natura che, anche senza parole, ci ha parlato anche oggi fornendoci un GRANDE INSEGNAMENTO!!

Claudia

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Monte Resegone

27 maggio 2018

AG2018

MONTE RESEGONE – RIFUGIO AZZONI

QUEL RAMO DEL LAGO DI COMO, CHE VOLGE A MEZZOGIORNO, TRA DUE CATENE NON INTERROTTE DI MONTI……

 « La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l’uno detto di san Martino, l’altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. »

Ecco come Alessandro Manzoni descrive la nostra bellissima montagna.

Qualche informazione per noi che abitiamo qui da sempre e per coloro che sono nuovi di questi posti.

Il Resegone, dall’altitudine di 1875 metri s.l.m. fa parte delle Prealpi Orobie Bergamasche. Si trova sul confine tra la provincia di Bergamo (versante più dolce tra la val Imagna e la val Taleggio) e quella di Lecco (versante più aspro e scosceso). In dialetto lecchese Resegun e in dialetto bergamasco Resegù, deve il suo nome alla forma del suo profilo, le cui 9 punte ricordano le lame di una grande sega, soprattutto se osservato dalla Brianza. Conosciuto anche con il nome di Monte Serrada che significa chiude, serra le valli circostanti.

Di recente formazione (Triassico superiore) è formato da roccia dolomia.

Molte le manifestazioni legate a questa bellissima montagna. Tra le più famose la Monza – Resegone, gara podistica a passo libero, notturna e di squadra; l’assalto al Resegone per raggiungere il rifugio Azzoni e la ResegUp con partenza da centro Lecco.

La nostra escursione non fa parte delle più famose, ma sicuramente è una delle più interessanti e suggestive.

Partiamo dal parcheggio in località Versasio, saliamo in funivia verso i Piani d’Erna per raggiungere passo dopo passo il rifugio Azzoni e da lì la croce. Purtroppo la nebbia in vetta non ci permette di godere del bellissimo panorama del nostro territorio, non ci resta che immaginare la città di Lecco, il versante bergamasco, i laghi e le cime circostanti …..sarà uno stimolo per tornarci ancora.

Scendiamo poi dal sentiero che ci porta al passo del Giuf attraversando la località Forbesette.

Come sempre la giornata è allietata dalla spensieratezza e dalla simpatia dei nostri giovani escursionisti in erba che, nonostante la fatica, non si stancano mai di raccontarsi le loro avventure e di scambiarsi le loro idee su……cose da bambini!

Permettetemi di esprimere un ricordo personale, ma sicuramente condiviso da tutti noi a due amici che ora sorridono osservando il lungo serpente colorato da magliette gialle, rosse, rosa…

Ciao Milly, ciao Battista!!!!

Claudia

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