Visita alla Fortezza di Fenestrelle

31 agosto 2019
AG2019
Visita alla Fortezza di Fenestrelle

Sveglia alle cinque oggi perché l’escursione prevede un viaggio in autobus di circa tre ore alla volta di Fenestrelle (TO, pochi chilometri prima di Sestriere.

Ci attende una visita speciale oggi: cultura, natura e cammino. I ragazzi sono assonnati, ma la compagnia li risveglia e pian piano il pullman si vivacizza.

Già all’arrivo mi stupisco perché in mezzo ad una stretta e verde vallata sorge una struttura in pietra dall’aspetto imperioso. Ecco l’ingresso della fortezza, a circa 1200 m. s.l.m.: è il forte San Carlo, il più grande e importante di tutto il complesso. Qui incontriamo le nostre guide, Alberto e Gioele di soli 16 anni, che appartengono all’Associazione progetto San Carlo – Forte di Fenestrelle Onlus, che negli anni novanta prese in cura il complesso che giaceva in totale abbandono dalla fine della seconda guerra mondiale.

Gioele ci illustra la storia del complesso la cui costruzione iniziò nel 1728 per finire nel 1850 impiegando in determinati periodi più di 4000 addetti ai lavori. Nasce così la più grande fortezza alpina d’Europa, composta da otto opere difensive collegate tra loro da percorsi interni ed esterni.  Gioele ci spaventa un po’ parlando di un percorso di 4000 scalini e un dislivello di 600 metri. Ce la faremo? Lui parte ad un passo sicuro e veloce … ma noi vogliamo ammirare e conservare fiato, quindi lo richiamiamo subito all’ordine…più i genitori, per dir la verità, che i  ragazzi,  ai quali il fiato non manca.

In realtà le cose da vedere sono molte quindi sul percorso sostiamo spesso e a lungo per ascoltare le spiegazioni di Gioele. E’ impressionante il panorama che vediamo, sia guardando a valle che a monte, scale ripide e alte muraglie; pensare a tanto lavoro manuale in quota lascia senza parole.

Percorriamo anche un tratto del percorso coperto che serviva per portare da una fortezza all’altra informazioni in velocità e sicurezza. Si tratta di 4000 scalini protetti da mura spesse due metri, una lunga galleria che si snoda sul pendio per più di due chilometri.

Sembra di affrontare un viaggio avventuroso nella storia, l’atmosfera è surreale, i ragazzi sembrano piuttosto interessati, soprattutto ai racconti della vita militare. Una vita dura, in condizioni estreme, dove sussisteva un grande divario di trattamento tra i diversi gradi militari. Il povero soldato, al gradino più basso della scala gerarchica, sopravviveva, se era fortunato, mangiando pane ammuffito e brodaglia acquosa, mantenendo, se ne aveva la possibilità, il rancio caldo immergendo il contenitore nel letame dei muli.

Il complesso più a monte (circa 1800 m. s.l.m), il Forte della Valli, è il primo ad essere stato costruito, è circondato da profondi fossati e il nostro pranzo lo consumiamo proprio accampati in uno di quelli. Il Forte è un vero e proprio labirinto di percorsi coperti, gallerie e trabocchetti. Una fortezza studiata per essere inespugnabile.

Il nostro cammino si conclude questa volta non su una vetta ai piedi di una croce o di una bandiera, ma sul Ponte Rosso, una costrizione scandita da quattro arcate che permette il superamento dell’alto fossato, al centro due pilastri che sostenevano un cancello e l’impianto per il sollevamento del ponte levatoio. Alla base di questi erano predisposte camere di mina pronte ad esplodere in caso di attacco nemico.

Da qui inizia la discesa,  ma non possiamo affrontare il percorso fatto in salita formato da gradini irregolari studiati appositamente per i muli; ci attende un sentiero più agevole in un bellissimo bosco di larici.

Ci accompagnano alcune riflessioni. Pensiamo ad una costruzione maestosa atta a difendere da attacchi che per fortuna non si sono verificati;  al sacrificio dei lavoratori che si sono adoperati in condizioni estreme e pericolose; ai soldati che, pur non avendo dovuto affrontare il “nemico” invasore, hanno qui condotto un’esistenza altrettanto difficile.

Un’escursione davvero interessante e sorprendente, come sempre in ottima compagnia.


 

 

 

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Rifugio Chalet de l’Epée (Valgrisenche)

29-30 giugno 2019
AG2019
La “due giorni” con “Quelli del CAI” al Rifugio Chalet de l’Epée (Valgrisenche)

Qualche nostalgico di “Quelli del CAI”, durante una delle riunioni di programmazione, disse: “Perché non andiamo in Valgrisenche per la due giorni dove qualcuno di noi ha campeggiato quando portava i pantaloncini corti?”

 Sì, perché…ai nostri tempi…non c’erano i campi estivi dell’oratorio negli alberghi autogestiti. Noi andavamo all’avventura, in tende neanche troppo attrezzate. Niente scarponcini, niente zaini dalle mille tasche o magliette antisudore. Si andava con quello che avevamo, di certo non mancavano lo spirito di avventura e la voglia di stare insieme e divertirci.

Comunque: Detto…… fatto!!

Sabato 29 giugno

Tutti sul bus pronti a vivere un’ avventurosa esperienza.

Meta della nostra escursione sarà il Rifugio Chalet de l’Epée a 2370 m in Valgrisenche con partenza da Mondanges a 1788 m. Siamo proprio un bel gruppo eterogeneo: ragazzi alla prima “due giorni”, mamme coraggiose con prole al seguito, cognati, nipoti, genitori in erba, i soliti simpatizzanti, noi, “Quelli del Cai”.

Il sentiero si inerpica subito in un bosco ed è dura rompere il fiato e tenere il passo! Ma con la pazienza degli accompagnatori e la voglia di arrivare presto, ce la facciamo proprio tutti.

La giornata è splendida, il cielo di un azzurro terso. Inutile dire che la natura ci regala paesaggi mozzafiato. In men che non si dica siamo al rifugio e veniamo accolti con simpatia dalla famiglia Gerbelle che lo gestisce dal 1988.

In attesa della cena che risulterà ottima ed abbondante, ognuno di noi si dedica a  svaghi diversi: l’abbronzatura, le passeggiate in cerca di nuove emozioni, un tuffo nelle acque gelide di un laghetto alpino, i giochi all’aria aperta, la lettura, le discussioni con gli amici.

Domenica 30 giugno

Il gruppo parte compatto, ma con due mete differenti: per i più temerari l’obiettivo è il Col Finestra a 2840 m. raggiungibili attraverso un lungo e ripido sentiero roccioso e nevoso: in vetta panorama mozzafiato a 360°.

Con gli altri si raggiunge un laghetto glaciale circondato da sprazzi di nevaio che ci permettono di giocare a palle di neve.

Il ritorno risulta un po’ noioso poiché, per montanari esperti come noi, camminare su una strada asfaltata non è certo piacevole, ma raggiungiamo la diga, togliamo gli scarponi, immergiamo i piedi nelle acque gelide del torrente e il vigore ritorna nei nostri corpi.

E’ ora di tornare verso il paesello. Sul pullman il toto “due giorni 2020”: chissà cosa ci riserveranno “Quelli del Cai”!

Beh abbiamo un anno per pensarci!!!!!!!

Carlo


 

 

 

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Monte San Primo

1 maggio 2019
AG2019
Monte San Primo

Tre sorelle al Monte San Primo …

Mercoledì 1° Maggio siamo andati con il CAI al Monte San Primo.

Per me e mia sorella è il primo anno di CAI e questa è la gita che ci è piaciuta di più.

Abbiamo fatto tante salite e discese nei boschi, certe volte ci fermavamo a fare una sosta e poi riprendevamo.

Siamo passati in macchina dal Ghisallo e siamo partiti da Pian Rancio verso il Monte San Primo.

Cammina, cammina, abbiamo raggiunto il rifugio Martina dove c’era una stupenda vista di un ramo del lago di Como.

Dopo ci siamo incamminati fino alla croce; i sentieri erano tutti infangati ma, arrivati a destinazione abbiamo, fatto un piccolo spuntino per riprendere fiato.

Dopodiché abbiamo fatto tutto il percorso fino alla nostra meta.

Questa volta il sentiero non era faticoso, anzi non ci siamo accorte di farlo!

Al rifugio ci siamo riposati, abbiamo mangiato e giocato con la corda.

Poi abbiamo trovato uno stagno di girini.

Era bellissimo!! Eravamo stanchi, ma è stata una bellissima esperienza.

Non vediamo l’ora di farne un’altra!!

 Elena, Laura e Emma

(Tre sorelle dell’AG)


Una ragazzina senza l’amica di avventura al Monte San Primo …

Mercoledì 1 maggio ho partecipato alla gita del CAI.

È stata lunga, ma assai divertente, perché lungo il percorso ero in ottima compagnia e abbiamo scherzato.

Abbiamo raggiunto la cima del monte San primo, a 1685m di altitudine, partendo da Piano Rancio.

Quando mi sono trovata sulla vetta, la vista che mi si è aperta innanzi era spettacolare: mi sembrava di volare; si vedevano tutte le montagne attorno a me e il fantastico lago di Como che si divideva nei due rami.

Dopo aver bevuto e fatto un break, ci siamo rimessi in cammino e siamo andati in un prato pianeggiante dove abbiamo giocato al salto alla corda, palla due fuochi, calcio…

Lì vicino c’era un fiumiciattolo pieno di girini e uova non ancora schiuse.

Infine, dopo aver pranzato e riposato, siamo tornati alle macchine e siamo rientrati a casa.

E’ stata una giornata stancante, ma bellissima perché mi ha permesso di vedere una panorama che era proprio un angolo di Paradiso.”

Miriam

 (Una ragazza dell’AG)


Una mamma al Monte San Primo …

Aperte le finestre questa mattina mi ritrovo uno spettacolo: cielo blu, sole splendente e neanche una nuvola.

Gli zaini sono pronti dalla sera prima, quindi pronti via. Appello al parcheggio dell’oratorio e si parte …Segrino, Canzo, Asso, Ghisallo ed eccoci a San Primo tutti pronti per la salita.

Prima sosta al rifugio Martina per ammirare il panorama e poi inizia la salita quella vera piuttosto ripida e un po’ fangosa, ma chi se ne accorge? I bambini chiacchierano e i genitori pure, così quando si sente la fatica è già ora di una nuova sosta per riprendere fiato e in meno di due ore siamo già in cima al monte San Primo, dove ci attende uno spettacolo incredibile, una vista a 360 gradi, ci circondano vette innevate, si distinguono perfettamente i due rami del lago di Como, il lago di Annone, quello di Pusiano, le Grigne, il Legnone, le alpi fino al Monte Rosa, il Cornizzolo e i Corni di Canzo. Fotografiamo tutto perché uno spettacolo simile merita di essere immortalato.

Una foto di gruppo con la croce della vetta non può mancare! E poi ci incamminiamo per scendere, gli accompagnatori previdenti scelgono la discesa più dolce seguendo la cresta e pian piano arriviamo in un bel prato piano pronti per il nostro pranzo al sacco, c’è anche chi ha fatto dei biscotti buonissimi e li condividete con tutti.

I bambini scoprono subito una pozza d’acqua e si divertono a osservare i girini, poi spunta la consueta corda e non solo le bambine si divertono a saltare ma anche gli accompagnatori e i genitori.

Poteva mancare una palla? Ed ecco un’avvincente palla due fuochi che coinvolge tutti, a seguire una partita di calcetto un po’ confusa ma per questo ancor più divertente.

Qualche mamma riesce persino a leggere e qualche papà a fare un sonnellino.

Prima di salutarsi ragazzi e accompagnatori si siedono in cerchio e condividono qualche pensiero sulla giornata trascorsa insieme.

Una splendida giornata, sono soddisfatta, io e mio marito abbiamo passeggiato insieme, ho chiacchierato con le altre mamme senza la fretta degli incontri settimanali, i miei figli sono stati una giornata all’aria aperta dimenticando cellulare e video giochi.

Grazie a Quelli del CAI ……….. alla prossima gita!

Paola

(Una mamma dell’AG)


 

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Sentieri del Monte di Brianza

31 marzo 2019
AG2019
La mia prima uscita con Quelli del CAI sui Sentieri del Monte di Brianza

Ci siamo! Oggi la mamma mi ha svegliato presto e anziché dirmi se avevo messo tutti i libri in cartella mi ha detto se avevo preparato gli scarponi e se lo zaino fosse pronto. Cosa???

È il giorno della mia prima uscita con quelli del CAI di OGGIONO!!!

L’escursione di oggi prevede la partenza da Mondonico, frazione di Calco, per poi percorrere i Sentieri del Monte di Brianza fino a raggiungere l’Eremo di San Genesio e poi scendere a Oggiono.

Troverò qualche amico? Come saranno gli accompagnatori? Sarà duro il cammino?

Prima di incamminarci, alcune raccomandazioni da parte degli accompagnatori: rispetto dell’ambiente, camminare in fila indiana qualora il sentiero lo richieda, non superare gli apri fila, non raccogliere e camminare con i bastoni …… UFFA come a scuola!

Qualche battuta e un sorriso stemperano questo momento!

Durante il cammino ho la possibilità di parlare con gli amici e di fare nuove conoscenze!

Anche gli accompagnatori parlano con noi: qualcuno indica degli alberi e ci sfida a riconoscerli, qualcun altro di fronte al panorama della Brianza ci illustra paesi e paesini.

Ma quanto manca? I giovani anziani del gruppo sorridono; se Quelli del CAI dicono che manca 10 minuti non sbagli male se raddoppi il tempo. Leggenda o realtà?

All’Eremo di San Genesio ci mettiamo in posa per la foto di gruppo e poi via, si riparte per la prossima meta: Chiesa di San Nicola.

Giunti a lì zaino a terra e, finalmente, possiamo addentare il tanto agognato panino.

Guardo gli adulti e sembra di essere in un quadro di Jacovitti: dai loro zaini compaiono salamini, panini, bottiglie di vino, frutta ….

Poco dopo il prato si anima: chi salta alla corda, chi tira calci a un pallone, chi cerca di non farlo cadere, non ci si annoia!

La discesa verso Oggiono ci porta al Laghetto di Cogoredo, meglio conosciuto come lago di Cogu.

Attraversiamo baldanzosi il centro di Oggiono con gli occhi incuriositi dei passanti e alcuni bambini mi chiedono “Ma chi siete voi con le magliette gialle?”.

Con l’entusiasmo e la gioia per la bella giornata trascorsa spiego loro che siamo “Con Quelli del CAI” e con loro cammineremo lungo i sentieri delle nostre montagne e non solo. “Se sei interessato puoi iscriverti e venire pure tu ….. ”

E adesso a casa dovrò veramente preparare la cartella, alla prossima amici!!!

Un giovane

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Monte Rai – Rifugio SEC

25 aprile 2019
AG2019
Monte Rai – Rifugio SEC

Finalmente il 25 aprile ho fatto la prima uscita con Quelli del CAI dell’Alpinismo Giovanile.

Il tempo era incerto, così hanno deciso di andare al Cornizzolo.

La salita verso il rifugio SEC è stata facile e siamo arrivati in fretta, tanto che abbiamo proseguito per il Monte Rai.

Lì abbiamo giocato, mangiato e fatto delle foto.

Tornati alla SEC abbiamo giocato ancora un po’.

Visto che cominciava a piovere siamo tornati alle macchine con la pioggia che ci accompagnava a tratti.

Il bello dell’escursione è stato stare in compagnia, ascoltare il, canto degli uccelli, ammirare uno splendido campo pieno di narcisi fioriti e uno stupendo panorama.

Non vedo l’ora che arrivi il primo maggio per la prossima escursione.

Michele
(Un giovane dell’AG)

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Programma Evergreen 2019

Regole di partecipazione

Con la partecipazione all’escursione i Soci dichiarano di aver preso visione del regolamento del gruppo e di accettare le norme in esso contenute.

Le gite dei Evergreen sono riservate a escursionisti Soci CAI aventi esperienza di montagna adeguata alle caratteristiche e difficoltà del percorso, dotati di idoneo equipaggiamento e in buone condizioni fisiche e di salute.

Ciascuno deve fare affidamento sulle proprie autonome capacità fisiche e tecniche, perchè non è prevista la presenza di accompagnatori o capogita.

I coordinatori Evergreen presenti, curano solo il buon andamento degli aspetti logistico – organizzativo la partecipazione alle gite avviene con mezzi propri. i coordinatori a loro insindacabile giudizio, hanno la facoltà di modificare il programma in ogni momento dell’esecuzione.

DATAORALOCALITA' PARTENZAQUOTAMETAQUOTADIFFICOLTA'DISLIVELLOATTREZZATURE RICHIESTE
09 gennaio8.00Galbiate370Monte Barro922
16 gennaio7.30Introbio588Rifugio Grassi1987EE1399Ramponi e ghette
23 gennaio8.00Sormano1797Monte San Primo1686EE956Ramponi e ghette
30 gennaio7.30Moggio890Piani di Artavaggio1900EE1010Ramponi e ghette - eventuale Soda Dura
06 febbraio7.00Sils730Muot Selvas - Val di Fex2070E273Ghette - Ricordarsi carta d'Identità
13 febbraio7.00Balisio738Grignone2410EEA1682Ramponi e ghette
20 febbraio7.30Pizzino Quindicina1300Pizzo Baciamorti2009EE709Ramponi e ghette
27 febbraio7.30Forcella di Olino1148Monte Resegone1875EE727Ramponi e ghette
06 marzo7.30Alpe del Viceré900Monte Bolletto - Brunate1236E336Sono presenti molti sali/scendi
13 marzo7.30Premana - zona industriale766Bocchetta di Trona2092EE1326Ramponi e ghette
20 marzo7.00Sirta230Campo Tartano1700E1470Ponte Tibetano - Tiket 5 €
27 marzo7.30Rongio di Mandello360Rosalba1730EEA1370Passando dal Bivacco Manvello
03 aprile8.00Valmadrera290Moregallo - Canalone Belasa1276EEA986Oppure sentiero Paolo Eliana
10 aprile7.00Aviatico (BG)Monte Cornagera + Monte Suchello1541E719
17 aprilePranzo pre Pasquale
24 aprile7.00Breglia1000Monte Bregagno2107E1100
08 maggio7.00Uschione833Lago del Grillo19341101
15 maggio8.00Da stabilirein occasione della giornata della Pace
22 maggio7.00Menarola - Voga1057Bivacco all'Alpe Forcola1838E781
29 maggio7.00Novate Mezzola220Val Codera824E604Passando da San Giorgio
05 giugno7.00Vico Motta - Verceia900Bivacco Primalpia1980E1080Pranzo autogestito
12 giugno6.30Valgoglio - Borlotti970Giro dei laghi di Valgoglio2070EE1100
19 giugno7.00Barbianco Rasura1500Cima della Rosetta2147EE647Traversata fina Monte Rosetta
26 giugno7.00S. Giovanni in Bianco1050Monte Cancervo Venturosa1999E949
03 luglio6.00Posteggio F. Diavolezza2093Piz Trovat3146EEA1053Carta Identità - set da ferrata - facoltativo
9-10 luglioColico - Fraz. Villatico350Legnone 2609EEA2259Pernottamento al baitello del Lago
17 luglio6.00Campo Moro1990Sasso Moro3108EEA1118
24 luglio6.30Isola1268Val Febraro - P.so del Baldisico2353EE1085
31 lugli6.00Carona Sondrio1150Monte Lavazza e Cima Laghetto2472EEA1450
07 agosto6.30Chiareggio1600Lago Pirola2283EE683Possibile fare ferrata Torrione POrro
21 agostoCarlazzoVal Cavargna
28 agosto7.00Chiesetta Balisio780Traversata delle Grigne2410EEA1630Imbrago
04 settembre6.00Prapinsee930Bivacco Petazzi Ledu2245EE1315Fare il permesso a Gordona
11 settembre6.30Baite Mezzeno1540Pizzo del Becco2507EEA967Permesso a Roncobello - set ferrata
18 settembre6.00Franciscio1400Passo Angeloga2391EE991
25 settembre7.00Piani Resinelli1300Grigna Meridionale2180EEA880Sentiero alle rive di Corda + Cresta dei Fiori
02 ottobre7.00Premana loc. Giabbio770Val Marcia - Alpe Paglio1440E670
09 ottobre7.30Funivia di Versasio600Resegone dal sentiero n. 11865EE1265
16 ottobre7.30Cainallo1436Monte Croce - Pilastro e Palone1882EESono presenti molti sali/scendi
23 ottobre7.30Indovero780Monte Muggio1799E1019
30 ottobre7.30Culmine di S. Pietro1254Rifugio Gherardi1647ESono presenti molti sali/scendi
06 novembre7.30Moggio797Monte Due Mani1667EE870
13 novembre7.30Carenno635Monte Tesoro1432E797
20 novembre7.30S. Stefano - Lecco230Monte Regismondo1253EEA1023Per il sentiero dei Pizzetti
27 novembre8.00Versasio600Monte Magnodeno1240E640
11 dicembrePRANZO NATALIZIO
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Chiusura AG a Montebarro

16 settembre 2018
AG2018
MONTE BARRO – Pranzo e chiusura

Con la giornata di oggi si conclude, per noi accompagnatori, anche per quest’anno, il nostro cammino a fianco dei ragazzi dell’Alpinismo Giovanile.

A marzo la presentazione in Oratorio a Oggiono e poi via in crescendo: Consonno, Grotte di Zelbio (speleologia), Rifugio SEV ai Tre Corni di Canzo, Rifugio Azzoni al Monte Resegone, Rifugio Porro e Larice Millenario nella Valle della Ventina, Rifugio SEC al Monte Cornizzolo, Rifugio Gastaldi in Val d’Ala (la due giorni con pernottamento in rifugio), Liguria da Albenga a Alassio, Monte Barro con pranzo, giochi e diapositive.

Come tradizione vuole, da qualche anno a questa parte, l’escursione di chiusura dell’Alpinismo Giovanile prevede un itinerario lungo i sentieri del Monte Barro per raggiungere “Spazio Oggiono” presso l’Eremo per il pranzo.

Quest’anno ben 90 di noi hanno coraggiosamente messo le gambe sotto al tavolo per degustare quanto preparato da volenterose amiche e amici.

Lasciato il doveroso spazio ai giochi, ci siamo raccolti per vedere le foto digitali. Qualche nostalgico ha ricordato i tempi in cui con un click la diapositiva si materializzava davanti ai nostri occhi.

Foto di gruppo, panorami, volti, fiori, caprioli, vette, neve hanno allietato tutti i presenti.

Immancabili le foto con vignette, è bello riuscire a ridere anche di se stessi: nessuno me ne voglia!!!  Una meritata merenda con le speciali torte preparate da esperte pasticcere (le mamme) e poi i ringraziamenti di rito.

GRAZIE di cuore alle ragazze e ai ragazzi che hanno affrontato salite e discese in ambiente montano, camminando in armonia con la natura e con gli amici.

GRAZIE ai genitori che affidano a noi i loro ragazzi e a quelli che condividono con noi le salite.

Non e sempre scontato che si crei un clima allegro e di amicizia: posso affermare che quest’anno ci siamo riusciti, speriamo anche negli anni a venire!!!!

CarloCondividi i nostri articoli
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Liguria

1 settembre 2018
AG2018
LIGURIA: da Albenga ad Alassio percorrendo l’antica via romana
“Julia Augusta”

Partiamo da Oggiono alle 6:00 e dopo pochi chilometri, compagna di viaggio diventa la pioggia.
Tuffi al mare? Forse con l’ombrello, ma siamo fiduciosi: il sole non può lasciarci proprio oggi!!!

Lasciamo la Lombardia alle spalle e in lontananza si intravede un cielo azzurro.
Giungiamo ad Albenga e troviamo il sole ad accoglierci.

Zaino in spalla e imbocchiamo l’antica via romana “Julia Augusta” costruita nel 13 a.C. per volere dell’Imperatore Ottaviano Augusto.

Lungo tutto il percorso, alla nostra sinistra nel mare azzurro, si staglia l’isola Gallinaria, così chiamata già dai Romani per la presenza di galline selvatiche.

Lungo la via troviamo i resti di monumenti funebri e ville romane.

Il nome della città di ALASSIO si presenta, in stile HOLLYWOOD, ai nostri occhi.

In spiaggia ci facciamo largo tra i bagnanti in cerca di un posto dove stendere il nostro telo mare; dopo di che… tutti in acqua.

Tutto fila liscio: sole, acqua azzurra, tuffi, capriole; ma verso le 15, dall’entroterra, nuvole nere e minacciose hanno la meglio sull’azzurro.

Il tempo di uscire dall’acqua e trovare riparo sotto i ponti della strada e si scatena un violento temporale; il nostro sogno di trascorrere ore in spiaggia per l’ultimo ritocco alla tintarella si scontra con le leggi della natura.

Camminiamo attraverso il budello di Alassio e, chi con un gelato, chi con una focaccia, dimentichiamo il temporale e ci prepariamo a rientrare anzitempo a Oggiono.

Pazienza, ci rifaremo l’anno prossimo!

CarloCondividi i nostri articoli
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Rifugio Castaldi in alta Val D’ala

30 giugno – 1 luglio 2018
AG2018

La “due giorni” del CAI Alpinismo giovanile al
Rifugio Gastaldi in alta Val d’Ala

Da tempo, il CAI di Oggiono, nel programma di Alpinismo Giovanile, riservato quest’anno ai ragazzi nati tra il 2000 e il 2009, presenta escursioni da effettuarsi, per ragioni di distanza e di tempo, in due giorni successivi, per dar modo a tutti i partecipanti di vivere un’esperienza a dir poco avventurosa, cioè quella di passare una notte in un rifugio di montagna.
La scelta di quest’anno è ricaduta sul Rifugio Bartolomeo Gastaldi in alta Val d’Ala, situato a 2659 metri, nelle Valli di Lanzo (Torino), in uno degli anfiteatri naturali più belli delle Alpi Graie.
Siamo partiti con due pullman il mattino presto del sabato. Un’ottantina di persone, fra adulti, accompagnatori e ragazzi. Nonostante l’ora mattutina si intuiva in tutti l’eccitazione della gita, la curiosità di conoscere un posto nuovo, l’idea di vivere per un paio di giorni in un luogo solitario, a contatto con la natura. Il sole già alto e il cielo terso accrescevano ulteriormente la positività di quelle sensazioni.
Il viaggio è stato agevole fino a poco oltre l’abitato di Lanzo. Da lì, la strada saliva, tortuosa, con tornanti e stretti passaggi in piccoli borghi, incantevoli, con le case dai caratteristici muri in pietra a secco e i tetti in lose. Strada di montagna che ha messo a dura prova l’attenzione e l’abilità degli autisti del pullman, peraltro bravissimi a condurci fino a Pian della Mussa a quota 1850 metri, un altopiano insinuato fra alte cime, ricco di corsi d’acqua, torrenti e cascate. L’acqua è gelida, grigiastra, color del ghiaccio e delle pietre. Difatti, la lingua di un nevaio giunge fin lì, ma non meraviglia, perché, nonostante la stagione estiva, le montagne che fanno corollario alla valle, sono ancora tutte innevate, effetto di una passata stagione invernale copiosa di neve.
Pian della Mussa è la base di partenza per la nostra meta: il rifugio Gastaldi. Sentiero segnalato CAI 222. Dislivello 809 metri. Non male, perché il sentiero si inerpica immediatamente, ripido, mettendo in difficoltà i meno allenati. Occorre rompere il fiato, ma anche alle gambe serve il giusto ritmo. Il serpentone colorato sale, snodandosi fra le rocce. Davanti i bambini con gli accompagnatori del CAI, dietro gli adulti. Costatiamo che i bambini quando sono in gruppo, camminano, veloci, hanno un buon passo, al contrario di quando si tenta di portarli a camminare da soli, dove riescono a trasformare semplici passeggiate famigliari in tormenti conditi di lagne e insofferenze.  Evidentemente ognuno ha il suo passo. In questi momenti capisci che andare in montagna, nonostante la compagnia, sei da solo, con il tuo fiato, le tue gambe, il tuo cervello. Devi camminare e basta, un passo dopo l’altro. è inutile guardare la cima, che sembra sempre lontana. Meglio concentrarsi sui propri passi, guardare in basso, i piedi, il sasso giusto da calcare. Di sicuro eviti di inciampare, di cadere.
Stare in gruppo invece da sicurezza. La montagna è affascinante, si ama, ma va affrontata con rispetto. A volte gli incidenti capitano  soprattutto per sottovalutazione o anche per cause sfortunate. Avere degli accompagnatori esperti che ti mostrano il pericolo, oppure tendono una corda sul nevaio ripido, a cui aggrapparsi, per evitare di scivolare, acuiscono l’attenzione, ti proteggono in un certo senso, ti danno coraggio. Un po’ di paura nei passaggi difficili c’è sempre, guai se non ci fosse. Poi si supera, anche se è proprio in questi attimi che il pensiero corre a qualche amico, amica, che non c’è più, elabora un dolore latente. Io penso sempre a Milena. È l’occasione per una preghiera.

Quando finisce il sentiero irto fra le rocce la meta è vicina. Si cammina in piano, nella neve. La pista si intuisce dalle orme lasciate dagli scarponi.  Il rifugio è una struttura grigia su tre piani. Le imposte rosse danno un tocco di colore. Lo spettacolo è impareggiabile. Il cielo è di un azzurro intenso. Di fronte abbiamo il ghiacciaio della Bessanese. Siamo circondati dalle montagne, la neve è ovunque e pare di essere sul fondo di un antico lago, di un cratere. Ti rendi conto che il Paradiso è sotto i nostri piedi e sopra le nostre teste. Mio Dio che bello!
Prendiamo possesso dell’intero rifugio. Non credo possa ospitare altre persone oltre noi. La struttura è stata aperta solo il giorno prima che arrivassimo. Il disagio è notevole, la corrente elettrica è prodotta dai pannelli solari, l’acqua è razionata, non c’è la televisione, internet non funziona. Riflettiamo su certe comodità di cui spesso abusiamo nella vita quotidiana, o sulle condizioni di vita del passato. La verità è che per un paio di giorni non muore nessuno. Utilizzeremo il cellulare solo per fare fotografie, finché sarà carico. È un’occasione unica per parlare, discutere, farsi compagnia. I bambini con la neve, non hanno bisogno d’altro per divertirsi. Andremo a letto presto, dopo cena. Sembra che non venga mai buio. Una famiglia di stambecchi, con possenti corna scende da un crinale, in cerca di cibo o di un riparo. Ci sorprende. Scattiamo fotografie. Si avvicinano incuranti della nostra presenza, altrettanto curiosi, senza fotografarci. Forse siamo davvero nel paradiso terrestre.

I bambini pregustano una nottata folle. Rimane negli intenti, la fatica accumulata per la salita fa il resto. Certo che l’idea di lavarsi sommariamente, mani, faccia, denti compresi, senza rimbrotti dei genitori, seppure per un solo giorno, è allettante. L’acqua è gelata. Provare per credere.

Mentre sono in bagno, in equilibrio precario sulla turca con un secchiello d’acqua per ripulire dopo, mi viene in mente una frase di Mauro Corona: «La montagna insegna a vivere! L’ho udito spesso, ma non è vero. C’è gente che frequenta i monti da una vita e non ha imparato un tubo! La montagna al massimo regala emozioni a chi è sensibile ed educato.» Quanta saggezza, quanta verità! L’ho capita nel momento del bisogno.

Notte stupenda al piano superiore di una fila di letti a castello nello stanzone del vecchio rifugio, costruito nel 1880, quando l’alpinismo muoveva i primi passi. I fortunati che dormiranno nello storico edificio sono una ventina. Il locale è umido e non c’è luce. Ci facciamo una risata. Un’avventura da raccontare ai posteri. Il resto della truppa è alloggiato nel nuovo rifugio, dotato di tutti i confort?! Un po’ li invidiamo.

Il mattino seguente, le pozze d’acqua ghiacciate sono la dimostrazione che di notte la temperatura è scesa sotto lo zero, ma il buon Dio ci concede un’altra giornata stupenda. Il sole scalda e la neve perde compattezza. Ideale per una lunga passeggiata all’aria aperta, con i bambini, sul nevaio. Bastano una maglietta con le maniche corte, un paio di ghette per non far entrare neve negli scarponi e gli occhiali da sole. Il riverbero del sole sulla neve è accecante. Gli ingredienti per divertirsi non mancano. Il resto lo fa l’ampiezza del panorama, l’ambiente selvaggio e l’imponenza delle cime. La superficie del  nevaio è ondulata, con onde di neve scolpite dalle variazioni di temperatura. Il caldo disgela e il freddo cristallizza. Scopriamo cascate che sembrano uscire dal nulla, torrenti rumorosi che improvvisamente si nascondono in tunnel sotterranei ghiacciati, poi riaffiorano e sfociano in laghetti, specchi di cielo e cime innevate. È bello capire ciò che si vede: la formazione delle rocce, l’effetto dei ghiacciai che si ritirano. Ciò che impressiona è il silenzio. Una cosa è certa, la bellezza della natura, l’infinito, l’altitudine, ci avvicinano a Dio, al Creatore di tanta bellezza. Spontaneamente ci prendiamo per mano e preghiamo: Padre nostro che sei nei cieli…
Nel pomeriggio abbiamo preso la via del ritorno. Siamo ritornati stanchi alla base, ma grazie a Dio senza incidenti. E questo è importante perché, sarete d’accordo con me, il punto più alto di una scalata è solo la metà del viaggio, che si completa in fondo alla discesa.

Giando

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Grotte di Borgio Verezzi EG 2017

2 settembre 2017

TRA TUFFI E SPRUZZI

Sabato 2 settembre, dopo esserci sparsi per le meritate vacanze, ci ritroviamo per la “classica gita al mare del C.A.I.”.
Partiamo sotto una pioggia scrosciante, fiduciosi che ….. ” tanto al mare non piove mai”. Appena arriviamo a Borgio Verezzi piove, ma noi iniziamo la tanto attesa visita alle famose grotte e ci sentiamo subito parte di un mondo incantato colmo di forme e colori: ancora una volta la natura supera ogni nostra immaginazione. Poi una breve camminata ci permette di raggiungere la spiaggia per goderci l’ultima giornata al mare prima di affrontare l’autunno, anche il sole ora ci fa compagnia. Subito si formano gruppi di interesse: ragazzi e ragazze in acqua accompagnati dagli occhi vigili degli accompagnatori; donne/lucertole che non si perdono per niente la possibilità di potenziare la tanto sudata abbronzatura; classici buongustai che ne approfittano per un bel piatto di spaghetti allo scoglio in un ristorantino del luogoPurtroppo però la festa dura poco; grosse nuvole all’orizzonte, in men che non si dica, ricoprono interamente il cielo ed allora …. nessun problema, ne approfittiamo per giocare a carte e per farci una bella chiacchierata. A metà pomeriggio, quando ci rendiamo conto che il sole non ci avrebbe più allietato con la sua presenza, decidiamo di farci un giro. Ci inoltriamo nelle vie di Pietra Ligure già allestite per la manifestazione dello “Street food serale” e ci sentiamo un po’ fuori luogo con i nostri zaini da montagna e il nostro abbigliamento forse un po’ troppo sportivo, ma nessun problema: gelato, farinata, focaccia ligure, sosta nella piazza principale e poi via verso il pullman.Noi del C.A.I. non ci lasciamo mai scoraggiare dagli imprevisti del tempo, in fondo era solo dal mese di marzo che non pioveva a Borgio Verezzi!!!!

Claudia

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